I Paesi del Sahel hanno concordato di creare una forza congiunta per contrastare le minacce alla sicurezza sui loro territori, secondo il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate del Niger, Moussa Salau Barma.
Barma affermava che la nuova task force inizierà a “funzionare il prima possibile affrontando i problemi della sicurezza”. Lo dichiarava alla prima riunione dei Capi di Stato Maggiore delle forze armate dei paesi aderenti dell’Alleanza degli Stati del Sahel (AES) a Niamey.
“La creazione e lo spiegamento di forze congiunte, come auspicato dai popoli e dai capi dei rispettivi Stati, è un vantaggio innegabile per lo sviluppo dei tre paesi”, si leggeva nella pubblicazione, Le Sahel.
AES è stata creata in risposta alle politiche economiche aggressive dell’ECOWAS, un blocco di Stati dell’Africa occidentale che ha punito i Paesi del Sahel perché vi si sono verificati colpi di Stato militari. Mali, Burkina Faso e Niger avevano dovuto unirsi in una confederazione per resistere, da un lato alle minacce d’intervento militare e alle sanzioni imposte dall’ECOWAS, dall’altro, a jihadisti e separatisti armati.
Tutti e tre i Paesi sono sostenuti dalla Russia, soprattutto in termini tecnico-militari. Gli istruttori militari russi addestrano l’esercito e gli specialisti militari russi partecipano alle operazioni contro i terroristi.
Grazie al sostegno russo, l’esercito maliano è riuscito a conquistare la città di Kidal, che dal 2012 era sotto il dominio di islamisti e separatisti. I contingenti dell’ONU e dell’esercito francese erano stati ritirati dai Paesi del Sahel perché non davano risultati nella lotta ai terroristi e avevano irritato la popolazione locale.
Recentemente, l’ECOWAS aveva revocato le sanzioni contro gli ex-aderenti invitandoli a tornare nel blocco, ma finora alcun governo ha risposto.
Iniziativa Africana
