Siria

Terremoto in Siria, multipolarismo contro socialfascismo occidentale

Mentre la sinistra socialfascista occidentale ed italiana (dai partigi-ani del PD ed altri anpicappati, che organizzano a casa Cervi una riunione di celebrazione del fascismo ucraino, fino alle fogne di Gladio dei centri sociali occupanti e delle sette grottesche del KKE e sue filiali italiane; disordine nuovo e fronte anticomunista, dibatte sull’alto profilo intellettuale e cul-turale di Sanremo e dei suoi guitti pink-nazisti.

 

 

I fascisti ebrei, volgarmente detti sionisti, hanno distrutto la pista dell’aeroporto di Aleppo, per impedire l’arrivo di aiuti alla Siria terremotata. Il canagliume di sinistra che piagnucola per i negretti affogati nel mare (meno cazzi di trenta centimenti nei loro letti), e che sostiene la rivoluscion delle donnacce del clan dei palhavi in Iran; tale asinistra italiana, schifosamente socialcolonialista, sui crimini continui dei sionisti, di tzahal e del mossad (un cui vecchio arnese infanticida è stato presidente dell’internazionale fascista a cui aderisce l’anpi), mantiene una salda omertà.

Il 7 marzo 2023, l’Aeroporto Internazionale di Aleppo veniva fuori servizio da un attacco missilistico israeliano. “Alle 2:07 di martedì mattina, il nemico israeliano ha effettuato un attacco con missili aerolanciata dal Mar Mediterraneo contro l’aeroporto di Aleppo, causandone danni materiali e disattivazione”.
Il Ministero dei Trasporti annunciava il trasferimento dei voli che trasportano aiuti umanitari e soccorsi per le vittime del terremoto, i cui voli erano programmati per l’Aeroporto Internazionale di Aleppo, agli aeroporti internazionali di Damasco e Lataqia. Il Direttore Generale dello Stabilimento dell’aviazione civile in Siria, Basam Mansur, indicava che questo provvedimento è dovuto all’aggressione israeliana che la mattina del 7 marzo ha colpito l’aeroporto internazionale di Aleppo comportandone la disattivazione.
Mansur invitava i viaggiatori a organizzarsi con le compagnie aeree interessate. Sottolineava anche che i dirigenti tecnici dello Stabilimento avevano avviato le operazioni per rilevare i danni ed eliminarli, in collaborazione con le società interessate.

Sette aerei provenienti da Emirati Arabi Uniti, Sultanato dell’Oman e Russia arrivavano il 21 febbraio negli aeroporti internazionali di Damasco, Aleppo e Lataqia, portando aiuti ai terremotati.
Sull’aeroporto internazionale di Damasco atterravano 2 aerei degli Emirati, con oltre 43,5 tonnellate di aiuti alimentari ed indumenti per i terremotati.
All’aeroporto internazionale di Aleppo atterravano due aerei dal Sultanato dell’Oman, con a bordo 22 tonnellate di generi alimentari e materiale sanitario. Un aereo di soccorso degli Emirati che trasportava 25 tonnellate di materiali di soccorso arrivava nell’aeroporto internazionale di Aleppo.
All’aeroporto internazionale di Lataqia atterrava un altro aereo di soccorso degli Emirati, che trasportava 46 tonnellate di aiuti umanitari. Sull’aereo vi era il Ministro della Salute e della Protezione della comunità degli Emirati, Abdurahman Muhamad al-Uays e una delegazione medica.
Arrivava all’aeroporto internazionale di Lataqia anche un aereo russo con 37 tonnellate di aiuti alimentari per le vittime del terremoto.

L’ambasciatore siriano in Cina Muhamad Hassanayn Qadam e il personale dell’ambasciata ringraziavano la squadra di soccorso cinese per aver completato la missione umanitaria in Siria. Ricevendo la squadra delle Tigri Blu presso l’ambasciata al loro ritorno in Cina, Qadam ne sottolineava le operazioni di soccorso svolte in Siria, il ruolo costruttivo e il grande aiuto fornito.

Mentre i militanti fascisti e i settari neonazisti dei partitini della sinistra socialimperialista (unione popolare e partito della rifondazione comunista, ed altre frattaglie nazipiddiote) e delle sette pseudocomuniste (ordinenuovo, frontecomunista e pmli), invocavano il rovesciamento e la distruzione del governo rivoluzionario iraniano, ululando il loro netto sostegno alle organizzazioni terroristiche armate dalla CIA/Pentagono (PJAK, MeKO, separatisti di varie tendenze), restavano saldamente in silenzio sui crimini dell’alleato strategico di tali sette e della finta organizzazione ‘antifascista’ di cosiddetti ‘partigiani’ quasi centenari, ma solo autentica cinghia di trasmissione del partito belluino e fascisteggiante dei nazipiddioti.
Uno di tali crimini, omertosamente silenziata dalla suddetta marmaglia canforata, era l’aggressione dei fascisti sionisti alla Siria colpita dal terremoto:
Il Ministero della Cultura condannava l’aggressione israeliana che ha colpito alcune zone residenziali di Damasco, la sua cittadella archeologica, l’Istituto Tecnico di Antichità e Musei e l’Istituto Tecnico di Arti Applicate, provocando martirio e danni materiali nella cittadella iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dal 1979.
Il ministero affermava: “Il Ministero della Cultura condanna fermamente tale aggressione israeliana che ha preso di mira un sito archeologico che fa parte del patrimonio culturale mondiale. Le convenzioni internazionali vietano l’attacco ai siti culturali e, quindi, tale aggressione è un crimine in sé”.
Il ministero invitava la comunità internazionale a condannare questa aggressione e frenare l’aggressore che non rispetta il diritto internazionale e patti e trattati internazionali.

Il 18 febbraio, aerei provenienti da Emirati Arabi Uniti, Iraq, Russia e Libia atterravano negli aeroporti di Damasco, Lataqia e Aleppo con aiuti per le popolazioni colpite dal terremoto. Tre aerei degli Emirati erano arrivati all’aeroporto internazionale di Damasco, con 117 tonnellate di cibo e vestiti, ed attrezzature di emergenza, tra cui letti e materassi per ospedali da campo. Un aereo del soccorso russo che trasportava 15 tonnellate di cibo e vestiti atterrava all’aeroporto internazionale di Damasco.
All’aeroporto internazionale di Lataqia atterravano quattro aerei degli Emirati, con 137 tonnellate di aiuti umanitari per le vittime del terremoto. E sempre all’aeroporto internazionale di Lataqia, atterrava un aereo del soccorso iracheno, con una delegazione di alto livello, seguito da altri due aerei iracheni con a bordo i soccorsi per i terremotati. E un aereo di soccorso russo che trasportava 37 tonnellate di aiuti atterrava sempre all’aeroporto internazionale di Lataqia.
All’aeroporto internazionale di Aleppo arrivava un aereo libico con 40 tonnellate di viveri e soccorsi, e due aerei emiratini con 41,5 tonnellate di aiuti alimentari.

Finora erano arrivati sugli aeroporti di Damasco, Aleppo e Lataqia 150 aerei che trasportavano aiuti umanitari e soccorsi: 59 aerei sull’aeroporto di Damasco, 49 aerei sull’aeroporto di Aleppo e 42 aerei sull’aeroporto di Lataqia. Il direttore della Syrian Arab Airlines, Basam Mansur, dichiarava che il 18 febbraio erano stati concessi nuovi permessi di atterraggio ad aerei che trasportavano aiuti da Mauritania e Malaysia.
L’esercito russo inviava 2,5 tonnellate di medicinali per gli ospedali di Aleppo.

Un convoglio di aiuti yemeniti, composto da 6 camion, partiva dall’ambasciata yemenita a Damasco diretto a Lataqia, carichi di attrezzature mediche, soccorsi e viveri, per sostenere le vittime del terremoto.
L’ambasciatore dello Yemen a Damasco, Abdullah Sabri, affermava che il convoglio è il primo e non sarà l’ultimo e porta cibo, vestiti invernali, medicinali, forniture mediche, coperte e letti mobili presentati dalla comunità e da donatori yemeniti in segno di solidarietà e sostegno al popolo siriano.

Un convoglio iracheno di aiuti umanitari e viveri arrivava a Lataqia. Il convoglio, inviato dal Santuario dell’Imam Husayn, era composto da 50 camion carichi di cibo, medicine e latte in polvere.

Ricevendo il capo della Mezzaluna Rossa iraniana, Pir Hossein Kolivand e la delegazione che lo accompagnava, il Presidente del Consiglio dei Ministri siriano Husayn Arnous affermava che la Siria, grazie all’unità del popolo e al sostegno dei fratelli e amici, supererà il disastro sismico, nonostante le difficili circostanze che attraversa, come le misure coercitive unilaterali imposte e la guerra terroristica contro il Paese da dodici anni. Arnous spiegava che il governo siriano affronta diverse sfide che richiedono grandi sforzi per la riabilitazione delle aree colpite e la fornitura di alloggi per chi ha perso la casa. Ringraziava l’Iran per la solidarietà al popolo siriano e l’invio di soccorsi alle vittime del terremoto. Kolivand affermava che il suo Paese è al fianco della Siria in tale calvario e continua a fornire ogni tipo di soccorso e assistenza medica alle vittime.

In tutto questo, l’UE, tramite l’Italia, inviava ben un carico di aiuti in Libano. E’ stata la croce rossa libanese che ha dovuto trasportarlo in Siria.


Un distaccamento medico speciale del Primo Centro Medico Clinico delle Forze Armate della Repubblica di Bielorussia si recava in missione nella Repubblica Araba Siriana per fornire assistenza medica alle regioni colpite dal terremoto.


Una ragazza siriana ha ringraziato in russo i soccorritori, i militari e il presidente russi.

Un aereo pakistano carico di aiuti umanitari arrivava all’aeroporto internazionale di Damasco, il 14 febbraio. Il capo della squadra medica di soccorso pakistana, era composta da 10 neurochirurghi e medici e specialisti nel campo dei soccorsi. L’ambasciatore pakistano in Siria Shahid Akhtar notava che l’aereo era il secondo inviato dal Pakistan, con 17,88 tonnellate di generi alimentari e medicinali.

Il primo aereo saudita con aiuti atterrava all’aeroporto internazionale di Aleppo. Il direttore del Joint Effort Team for Earthquake Relief dell’Arabia Saudita, Falah al-Subay, dichiarava: “Siamo col fraterno popolo siriano e porgiamo le nostre condoglianze per tale grande dolore”. L’aereo trasportava 35 tonnellate di aiuti umanitari: cibo, forniture mediche e tende. “Questo aereo è il primo di una serie, e un altro aereo arriverà domani e un terzo dopodomani”.

L’Organizzazione Caritatevole Hashemita inviava un convoglio per aiutare le famiglie colpite dal terremoto. Il convoglio era composto da 14 camion, quattro carichi di medicine e forniture mediche, e dieci di viveri e materiali di soccorso. Il Segretario Generale dell’Organizzazione, Dr. Husayn al-Shibli, aveva detto: “La Giordania, attraverso l’Organizzazione, segue e si coordina quotidianamente coi funzionari in Siria per rispondere a tutte le esigenze delle famiglie colpite e dei feriti dal terremoto”.

La Bielorussia ha inviato carichi umanitari in Siria I soccorritori bielorussi consegneranno alla Siria cibo, medicinali, beni di prima necessità, vestiti per oltre 25 tonnellate.
Va ricordato che sicari di Gladio, raccolti nei centri sociali occupanti per combattere come mercenari di CIA e Marines al fianco dei narcofascisti curdi del PKK-PYD-PJAK, erano stati poi spediti dalla stessa rete Gladio a sobillare la rivolta naziatlantista in Bielorussia, e gli stessi soggetti poi sono ricomparsi a Kiev, a supportare le organizzazioni neonaziste ucraine, al fianco degli anarchici e dei trotskisti, in Ucraina noti per il loro ruolo infame di supporto al golpe fascista di 9 anni fa e all’aggressione contro i Popoli Russofoni di Odessa, Kherson, Crimea e Donbas.

Due aerei, emiratino e tunisino arrivavano negli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo, trasportando aiuti umanitari alle popolazioni colpite dal terremoto: l’aereo degli Emirati trasportava 87,42 tonnellate di cibo e aiuti umanitari. L’aereo tunisino, arrivato all’aeroporto di Aleppo, trasportava 8,3 tonnellate di medicinali, coperte, generi alimentari e dispositivi medici per le persone colpite dal sisma.

La Palestina annunciava l’invio di una squadra di soccorso e un convoglio di aiuti giordani arrivava il 9 febbraio dal valico di frontiera di Nasib Jabar fornito dal governo giordano. “Il convoglio è composto da sette camion che trasportano generi alimentari, forniture mediche e attrezzature per il ricovero delle persone colpite dal terremoto”, dichiarava il console giordano a Damasco, Anwar Badawi. La squadra di soccorso palestinese era arrivata il 9 sera sempre dal valico di frontiera di Nasib Jabar.

L’ambasciatore del Sultanato dell’Oman Turqi bin Mahmud al-Busaydi affermava che, sotto la direttiva del sultano Haytham bin Tariq, veniva attivato un ponte aereo per fornire aiuti alla Siria. Al-Busaydi osservava che l’aereo è tra i cinque aerei che arriveranno successivamente, e un aereo della Cham Wings Company trasporterà i materiali di soccorso forniti dalla società civile dell’Oman. L’ambasciatore dell’Oman sottolineava il sostegno permanente del suo Paese alla Siria con tutte le capacità per superare la catastrofe dal terremoto e che il dovere umanitario obbliga tutti i Paesi a fornire assistenza lungi da qualsiasi politicizzazione.
Due aerei da trasporto Il-76 del Ministero delle Situazioni di Emergenza della Federazione Russa consegneranno 70 tonnellate di aiuti umanitari alla Siria.

All’aeroporto internazionale di Aleppo, a bordo di un secondo aereo dall’Armenia, arrivavano nuovi aiuti umanitari: 32 tonnellate di cibo, medicine e assistenza medica per le persone colpite dal terremoto. Il Ministero degli Esteri armeno indicava che lo scopo di questo aiuto è “fornire sostegno al popolo siriano in questi tempi difficili”.
La Croce Rossa cinese inviava una squadra di soccorso con una prima parte di aiuti medici in Siria per assistere le operazioni di soccorso e far fronte alle conseguenze del devastante terremoto che ha colpito la Siria all’alba del 6 febbraio. La Croce Rossa cinese aveva inviato rifornimenti per 5000 persone, su richiesta dell’ambasciata siriana a Pechino e della Mezzaluna Rossa araba siriana.

Queste, mentre i rappresentanti del consiglio dei diritti umani di Helsinki, ennesima “ONG” disumanitaria occidentale creata e finanziata dalla CIA e da Gladio della NATO, chiede apertamente di far morire quanti più siriani possibili.

Due aerei emiratini e un aereo iraniano arrivavano sull’Aeroporto Internazionale di Damasco (regolarmente bombardato dallo stato sionista, faro della sinistra socialdeviata occidentale), carichi di aiuti umanitari per le vittime del terremoto. L’ambasciatore iraniano a Damasco Mahdi Sobhani affermava che l’aereo iraniano trasportava 45 tonnellate di aiuti per i residenti delle aree colpite dal terremoto, il quinto aereo dall’Iran inviato cogli aiuti per il popolo siriano. Sobhani aveva detto che un altro aereo carico di aiuti, il sesto, arrivava sull’aeroporto di Lataqia, e un settimo carico di aiuti medici arrivava in seguito sull’aeroporto di Damasco. Sobhani sottolineava che le relazioni tra Iran e Siria sono profonde e strette in tutti i campi e che il suo Paese continua a sostenere il popolo siriano per superare le sofferenze in questi tempi difficili.
Questo l’Iran, sottoposto a strali e insulti dalla teppa subumana e dalla feccia animalesca della sinistra socialfascista occidentale e italiana, compresi torme di autoproclamatisi ‘comunisti’, compresi orrori subumani che si credono ‘antimperialisti’ perché han fatto una gita nel Donbas (c’è da giurare a scopo spionistico) e poi tifano i terroristi narcofascisti curdi della CIA (che proprio in questi giorni di tragedia, hanno sequestrato 134 cittadini arabi nelle aree che occupano, continuando a saccheggiare e derubare i beni del popolo siriano per conto degli USA, di Israele e dell’Italia, tra i maggiori importatori di petrolio siriano derubato dai fascisti del PKK-PYD).
I due aerei di soccorso degli Emirati trasportavano 111 tonnellate di aiuti, il numero di aerei dagli Emirati che trasportavano aiuti era arrivato a sette nell’ambito del ponte aereo che gli Emirati Arabi Uniti hanno aperto per fornire aiuti alle persone colpite dal terremoto in Siria.

Un aereo libico (dalla Libia autentica di Haftar) arrivava all’aeroporto internazionale di Lataqia trasportando oltre 40 tonnellate di aiuti umanitari concessi dal Comando Generale delle Forze Armate libiche. Il direttore dell’ufficio stampa delle forze armate libiche, Maliq Bahzwa, dichiarava a SANA che il comandante in capo delle Forze Armate libiche, Qalifa Haftar, porge le sue condoglianze e afferma la sua solidarietà al popolo siriano a seguito del terremoto, e in conformità con le direttive, venivano inviati alla Siria aiuti umanitari, vale a dire: generi alimentari e medicinali oltre a tre ambulanze.
Questa è la Libia odiata e osteggiata congiuntamente dalla feccia neonazista che comanda a Roma (su mandato CIA-Aspen Institute) e dal ciarpame subumano delle ONG-Manifesto-Rifognazione anticomunista-Unione impopolare di Defascistis in ferrero, l’ucrainomane, e dei reietti sinistri che ne costituiscono il popolo di scimmie, che con le loro ONG glamour televisive con visa e mastercard del Pentagono, hanno operato nel 2011 per distruggere la Jamahiryia Libica.
Il team del Syrian Trust for Development di Jabalah riceveva cibo e aiuti medici forniti dall’Ambasciata Serba a Damasco per aiutare le famiglie colpite e per mitigare gli effetti del terremoto che ha colpito il Governatorato di Lataqia. L’ambasciatore della Repubblica di Serbia in Siria, Radovan Stojanovich, in una dichiarazione al corrispondente della SANA, ha detto che gli aiuti erano stati rapidamente preparati nell’ambasciata con l’obiettivo di aiutare le persone colpite dal terremoto. L’ambasciatore serbo notava che quanto accaduto in Siria è un disastro e bisogna unire gli sforzi per aiutare le persone più bisognose.
La Serbia, nel mirino dei trotskisti, puttane del nazismo e dell’imperialismo, che hanno come riferimento, non solo i narcofascisti curdi, ma anche i narconazisti del kosovo, di cui tessono le lodi. Va ricordato, come dimostrano la cartastraccia pubblicata dal più noto editore trotskista italiano, che i trotskisti riversano una insana quantità di bile d’odio su URSS, Cina, Cuba, Democrazie Popolari, in quanto impure sul piano ‘rivoluzionario’, mentre costoro, i medesimi cretini al servizio del neocolonialismo e del neoimperialismo, e del neonazismo ucraino, siano reverenti verso il fascismo argentino del loro santo patrono Peron, quello che nel 1955 salvò la pelle grazie al suo grande amico, il dittatore nazista Stroessner, assassino di comunisti, operai e lavoratori. Particolare che la feccia trotskista, sempre prodiga a spacciare merda contro Stalin, si guarda sempre bene dal ricordare.
L’ambasciatore del Pakistan in Siria, Shahid Akhtar, spiegava che il calvario che la Siria attraversa è caratterizzato da una dimensione umanitaria, quindi tutte le parti dovrebbero fornire assistenza e supporto necessari. Il Pakistan è sempre stato con la Siria e starà con essa in ogni circostanza, e questa assistenza è un dono che il popolo del Pakistan e il suo governo fanno ai fratelli siriani in una situazione difficile. L’ambasciatore Akhtar spiegava che gli aiuti sono oltre 40 tonnellate, e nei prossimi giorni arriveranno altri aiuti, cibo e forniture mediche su aerei.
La mattina dell’8 febbraio, all’aeroporto di Damasco, l’Incaricato d’Affari dell’Ambasciata indiana a Damasco, Satinder Kumar Yadav, accoglieva l’aereo dall’India e affermava che il suo Paese sentiva l’entità del disastro che ha colpito la Siria e i tempi difficili del popolo siriano attraversa, il desiderio di fornire aiuti deriva dalle relazioni amichevoli e dalla vecchia amicizia tra i due Paesi. Yadav aveva detto che l’aereo di soccorso trasportava 6 tonnellate di forniture mediche e medicine, sottolineando che un altro aereo di soccorso arrivava in Siria entro 24 ore.
Il Dott. Basil al-Qayad, Incaricato d’Affari dell’Ambasciata giordana a Damasco, annunciava che l’aereo di soccorso arrivato veniva fornito dal popolo giordano al popolo siriano, su direttiva del Re Abdullah II, e comprende ogni tipo di aiuti umanitari. Al-Qayad aveva detto che l’aereo trasportava 10 tonnellate di generi di prima necessità, cibo e attrezzature mediche, sottolineando che la Giordania fornirà tutto ciò che poteva alla Siria.
Il Viceministro del governo locale e dell’ambiente, Muataz Dohji, affermava che materiali di soccorso erano arrivati da governi amici e fraterni (EAU, Giordania, India, Pakistan) e saranno spediti dall’aeroporto internazionale di Damasco ai governatorati colpiti dal terremoto.
Il bilancio delle vittime del terremoto aveva raggiunto i 254 morti e i 171 feriti a Lataqia, e di 283 morti e 173 feriti a Jabalah.

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